Una riforma che, per equità e solidarietà tra generazioni diverse di lavoratori, chiede sacrifici a tutti: a chi ha finora avuto molto – al fine di permettere anche a chi inizia ora o ha iniziato da poco ad avere un’occupazione di godere di coperture sociali adeguate – e a chi si avvicina ora al lavoro, perché continuino ad essere assicurate a tutti i giornalisti prestazioni nettamente al di sopra di quelle garantite dall’Inps. L’accesso agli sgravi contributivi statali per assunzioni a tempo indeterminato, strumento necessario per contrastare la crisi del settore del lavoro giornalistico, che ha visto nel recente periodo una perdita di posti di lavoro mai registrata negli anni precedenti e con una incidenza nettamente superiore rispetto a tutti gli altri settori lavorativi. Una rinnovata azione nei confronti della politica per ottenere le riforme di sistema più volte sollecitate e provvedimenti in grado di contribuire alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro, come la eliminazione dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa per le professioni regolamentate da Albi, al pari di quanto già previsto dal legislatore per i contratti a progetto per tutti gli altri lavoratori, e il conseguente inserimento dei parasubordinati nell’area del lavoro subordinato. Sono i contenuti principali dei provvedimenti varati dal Consiglio d’amministrazione dell’Inpgi nella sua ultima riunione.

La riforma, che ha comportato una modifica del regolamento delle prestazioni, è ora all’esame dei Ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia) e potrà diventare operativa dopo la loro approvazione. Sono fatte salve le situazioni in essere e sono state previste delle clausole di salvaguardia per evitare “scaloni” al momento dell’entrata in vigore delle nuove norme per le pensioni.

La riforma è stata approvata dal Cda dell’Inpgi con nove voti favorevoli (otto consiglieri giornalisti più il rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri), due contrari (entrambi consiglieri giornalisti) e un astenuto (la rappresentante del Ministero del Lavoro). Nei loro interventi, i tre consiglieri che non si sono espressi favorevolmente sul complesso della delibera hanno motivato il loro voto, pur apprezzando altri aspetti della riforma, con il mancato accoglimento da parte del Cda della loro proposta di votare singolarmente le varie misure della manovra. Una richiesta che avevano sostenuto per poter così esprimere la loro contrarietà al punto che prevede un contributo di solidarietà a carico dei pensionati: sia nel merito, sia perché a loro avviso esiste una giurisprudenza controversa in materia di tagli per solidarietà a pensioni già in essere.

Il Cda ha respinto la proposta di votazione per punti singoli della manovra, sostenendo la necessità che anche chi ha avuto una pensione con le regole molto più favorevoli del passato debba contribuire alla stabilità futura dell’Inpgi, al pari di chi è oggi al lavoro, e intendendo così anche rispondere alla valutazione, espressa dal Collegio dei sindaci, di efficienza del provvedimento nella sua unitarietà e complessità al fine della stabilità nel futuro del bilancio. Inoltre, in merito alle controversie giurisprudenziali in tema di contributi di solidarietà a carico delle pensioni in essere, il Cda ha ritenuto di accogliere, nel respingere il voto separato sul punto, il parere legale degli uffici. Tale parere esclude che sul tema esista una riserva di legge, consentendo quindi un’autonoma decisione dell’Inpgi. Decisione che è stata presa anche nel rispetto di alcuni principi stabiliti dalla Corte Costituzionale, quali la temporaneità del contributo (è stato previsto per soli cinque anni), la destinazione dei proventi del risparmio all’interno del sistema e non per altri fini, la progressività del contributo in base al reddito (sono state previste aliquote progressive a seconda delle fasce di reddito, con esclusione di prelievi che possano portare la pensione al di sotto del trattamento minimo Inps).

Alla seduta erano assenti entrambi i rappresentanti della Fieg. In una nota, la Federazione degli editori aveva in precedenza espresso apprezzamento per il lavoro di studio che ha portato alla definizione della riforma, manifestando però l’impossibilità di esprimere un parere definitivo nei tempi previsti per il varo del provvedimento.

Tutti i dettagli della manovra sono stati esposti dall’Inpgi in un comunicato, pubblicato anche sul sito dell’Istituto.

Il Cda ha poi deciso di sottoporre al Consiglio generale, che ha la competenza in merito, di deliberare un taglio del 10% dei compensi degli amministratori, sia che svolgano l’incarico a tempo pieno sia che lo svolgano a tempo parziale. Un contributo ai risparmi di spesa che si aggiunge a due decisioni già prese al momento dell’entrata in carica dell’attuale Consiglio d’amministrazione, nel 2012: il mancato adeguamento delle indennità, che sono rimaste quelle deliberate nel precedente mandato, e l’abolizione del gettone di presenza per i consiglieri d’amministrazione quando partecipano alle riunioni delle Commissioni.

Al Consiglio generale, sempre per motivi di risparmio di spesa, è stata anche espressa la volontà di sottoporre di nuovo la valutazione di uno dei punti che erano contenuti nella bozza di riforma dello Statuto (nella quale si proponeva, tra l’altro, la riduzione del numero dei Consiglieri generali e delle Commissioni) che però non ha trovato nei mesi scorsi il consenso necessario tra i Consiglieri generali per essere esaminata e approvata. Il punto che il Cda intende proporre di nuovo al Consiglio generale riguarda la modifica del sistema di voto per gli organi dell’Inpgi, limitandolo al solo voto elettronico: una riforma statutaria che produrrebbe un risparmio di spesa, se approvata per tempo da Consiglio generale e Ministeri vigilanti, stimabile in alcune centinaia di migliaia di euro.

Il Consiglio d’amministrazione ha anche adottato con una delibera il recepimento della normativa riguardante gli sgravi contributivi per le aziende che assumeranno giornalisti con contratti a tempo indeterminato, delibera trasmessa anch’essa ai Ministeri vigilanti per la definitiva approvazione. Un provvedimento che mira a favorire il rilancio dell’occupazione stabile, elemento necessario insieme alla riforma appena varata per assicurare la solidità nel lungo periodo dell’Inpgi e l’autonomia dei giornalisti.

Infine, è stato approvato un ordine del giorno nel quale si conferisce mandato al presidente Andrea Camporese di continuare e rafforzare la interlocuzione istituzionale da lui avviata, volta a sensibilizzare e supportare il legislatore verso l’adozione di provvedimenti più volte richiesti e ritenuti importanti quali, tra gli altri: modifica della legge 416/81, modifica dei criteri di concessione per l’accesso alla cassa integrazione straordinaria, verifica dei presupposti per l’erogazione degli ammortizzatori sociali, contrasto dell’utilizzo abusivo dei lavoratori pensionati, modifica dell’attuale sistema di accreditamento figurativo di contributi per i giornalisti in aspettativa per mandato parlamentare o regionale in presenza di maturazione di vitalizi, abrogazione delle co.co.co. in ambito giornalistico e loro trasformazione in rapporti di lavoro subordinato.

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