A ben pensarci, Silvio Berlusconi in Libia, per festeggiare il quarantennale della dittatura del suo caro amico Gheddafi, invece delle Frecce tricolori avrebbe fatto bene a portare il suo fido Augusto Minzolini. In effetti, l’abilità dei direttore della newsletter aziendale di Palazzo Chigi negli esercizi acrobatici è senza pari. L’ultima riprova del triplo salto mortale e mezzo con avvitamento nell’arte di “raccontare senza dire”, stasera al Tg1 delle 20.
Servizio di apertura sulla consegna delle prime case ai terremotati abruzzesi. Grande enfasi sul “premier” che taglia il nastro e audio della sua roboante dichiarazione sull’impegno difficile, ma assolto. Poi, primo piano sugli occhi sgranati della signora che esplora la sua nuova casa e trova persino gli armadietti pieni. E qui l’acrobata, all’improvviso, volteggia sulle teste degli ignari spettatori.
Il “numero” è contenuto in cinque – dico CINQUE – parole gettate lì, come inciso, nel corso del servizio dell’inviata, che mentre parla delle abitazioni inaugurate dal Cavaliere le definisce: “Le case costruite dai trentini”.
Che vuol dire? E adesso che ci azzeccano i trentini? Quando mai, tra un sorriso e l’altro del datore di lavoro, si era prima parlato di Trento? Se, per disgrazia, qualche ingenuo spettatore non distratto dai preparativi per la cena avesse prestato attenzione a quelle cinque – dico CINQUE – parole gettale lì a caso in una frazione di secondo del servizio dell’inviata, cosa avrebbe capito?
Per capire veramente, occorrerebbe che un giornalista – no, non aggiungo aggettivi, tipo “corretto”, “onesto”, “bravo”… basta essere semplicemente un giornalista, e non qualcosa d’altro non ben definito – spiegasse con un po’ più di cinque – dico CINQUE – parole quanto segue.
Quelle 94 case di legno consegnate oggi ai terremotati abruzzesi sono state costruite su iniziativa della Protezione civile con un progetto della Provincia autonoma di Trento, finanziato dalla Croce Rossa con cinque milioni e 200 mila euro da essa raccolti grazie alla solidarietà degli italiani, con le loro donazioni (come si capisce anche dal cartello riprodotto qui in alto in foto).
E allora che c’entra Berlusconi? Niente, assolutamente niente. Il suo governo non ha fatto nulla per realizzare quelle case. Ma il miglior venditore di fumo degli ultimi 150 anni della storia d’Italia una cosa l’ha fatta: ha tagliato il nastro. Ma tanto gli è bastato per avere tutti per sé i riflettori del fido Minzo. Che, a riprova di ciò che intende per “servizio pubblico”, ha assolto il suo dovere di completezza di informazione con quelle cinque – dico CINQUE – parole. E ovviamente nessuna domanda: tanto, si sa, il nuovo editto del Monarca ha abolito le domande.
Massimo Marciano