Il quesito di S. A.:
Vorrei chiederle se, nell’eventualità (molto remota in realtà) che la mia azienda dovesse accogliere la mia richiesta di rinnovare la collaborazione con un contratto a tempo indeterminato, posso sempre chiedere l’iscrizione all’Inpgi. Le domando questo perché non credo ci siano i termini per ottenere un contratto di lavoro subordinato, come previsto dall’articolo 1 del contratto collettivo nazionale di lavoro giornalistico. Come si può conciliare il contratto a tempo indeterminato con l’iscrizione all’Inpgi, senza che tale contratto sia articolo 1?
La risposta di Massimo Marciano:
Cara collega,
in questo caso si tratterebbe sempre di un rapporto co.co.co., nel quale non è fissato il termine finale, e quindi sarebbe sempre sottoposto all’obbligo di contribuzione, da parte del committente, alla Gestione separata Inpgi. Sarebbe quindi sempre l’azienda obbligata a denunciare il contratto di collaborazione all’Inpgi e a versare i relativi contributi all’Inpgi 2 entro il 16 del mese successivo a ogni pagamento.
L’incompatibilità di legge ci sarebbe, sempre da parte del committente, nel fatto che non essendo fissato un termine potrebbe configurarsi di fatto un rapporto di lavoro subordinato, ricorrendone le circostanze previste dalla legislazione vigente. Una tale eventualità dovrebbe essere riconosciuta dal giudice del lavoro su istanza del lavoratore e/o di ispettori dell’Inpgi che dovessero effettuare, in futuro, un controllo in azienda e rilevare, a loro giudizio, una mancata applicazione del contratto di lavoro giornalistico subordinato (articolo 1 oppure anche articolo 2, ovvero collaborazione fissa), con conseguente omissione dei relativi versamenti contributivi alla Gestione principale dell’Inpgi.
Ti faccio presente che la stessa eventualità potrebbe ricorrere anche nel caso in cui il co.co.co. a termine fosse rinnovato di volta in volta, configurando di fatto comunque una continuità a tempo indeterminato.