Il quesito di D. G.:

Buongiorno.

Le scrivo in quanto vorrei sapere in quali casi si può lavorare con la cessione del diritto d’autore senza aprire la partita Iva.

Sono un giornalista freelance, ma in pratica lavoro a tempo pieno come corrispondente estero per una tv asiatica. Ricevo compensi mensili in base ai servizi che realizzo, incluso il compenso per il cameraman che viene pagato direttamente da me. Potrei rientrare nella cessione d’autore?

La risposta di Massimo Marciano:

Caro collega,

innanzitutto l’apertura della partita Iva non è affatto obbligatoria, anche nel caso di lavoro non subordinato: si può collaborare con semplice ritenuta d’acconto, oppure l’editore può sottoscrivere un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (in quest’ultimo caso l’obbligo dei versamenti all’Inpgi 2 compete al datore di lavoro e non al giornalista).

La partita Iva, nel tuo caso, potrebbe essere utile per quanto riguarda la possibilità di detrarre dall’imponibile ai fini fiscali l’entità del compenso che devi girare al cameraman, cosa che per quanto riguarda le altre forme (e ancor di più per la cessione del diritto d’autore) diventa molto più problematica e meno conveniente ai fini fiscali. Nella scelta di aprire la partita Iva, però, ci sono da considerare anche il costo del professionista che deve tenere la contabilità e il volume d’affari, che per giustificare l’esborso è consigliabile sia non irrisorio.

L’attività giornalista può essere anche svolta con la cessione del diritto d’autore, formula che comporta comunque (come per la libera professione con partita Iva) l’apertura di una posizione alla Gestione separata Inpgi (il cosiddetto “Inpgi 2”). In verità, si tratta di una formula controversa e anche “rischiosa” per il giornalista.

Controversa perché cede il diritto d’autore normalmente l’estensore di un’opera dell’ingegno (es.: libro) o artistica (es.: canzone, poesia…). Rischiosa sia perché potrebbe essere contestata dall’Agenzia delle Entrate la non corretta classificazione dell’attività, quando si tratta di redazione di articoli di cronaca che esauriscono la loro funzione all’atto della loro pubblicazione, sia perché cedendo il diritto d’autore di un articolo o un servizio radiotelevisivo (oppure su Internet) all’editore, si instaura un rapporto con lui e non con la testata sulla quale l’articolo viene pubblicato, o il servizio trasmesso. L’editore, quindi, può pubblicarlo su più testate o rivenderlo ad altri senza pagare il ripubblicato e senza chiedere il permesso all’autore.

Spesso i colleghi scelgono la formula del diritto d’autore perché, mentre il committente è tenuto a versare al giornalista (che poi lo girerà all’Inpgi 2) il contributo integrativo del 2% sul corrispettivo lordo, il lavoratore versa il suo 10% di contributi all’Inpgi 2 solo sul 75% del relativo suo reddito professionale netto e non sul 100% come succede per tutti gli altri: liberi professionisti, collaboratori con ritenuta d’acconto (i cosiddetti collaboratori “occasionali”) o che svolgono l’attività in associazione con altri colleghi. C’è da tenere presente che il risparmio odierno di contributi si tradurrà domani in una diminuzione del 25% del corrispondente importo della pensione.

Per ulteriori informazioni, ti consiglio di leggere altre risposte su questo stesso sito e, se vuoi, contattami se hai necessità di approfondimenti.

Inpgi 2: quesiti – Collaborazioni con partita Iva e cessione del diritto d’autore: ambiti di applicazione
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