Il quesito di A.:

Gentilissimi,

avrei bisogno di alcune delucidazioni. Sono iscritto all’albo dei pubblicisti e da un po’ di tempo ho ormai iniziato la carriera di giornalista con varie collaborazioni tutte relative ad attività giornalistiche. Vorrei però capire alcune cose che ancora non mi sono chiare.

Attualmente ho il classico contratto di cessione dei diritti d’autore con relative trattenute. Vorrei aprire una posizione di partita Iva agevolata (quella sotto i 30mila euro annui) ma non ho ben capito quanto poi effettivamente sarà il mio compenso.

Mi verrà fatta una decurtazione del 20% dopo aver calcolato già anche la decurtazione dovuta al contratto di cessione dei diritti d’autore oppure il mio netto sarà il lordo meno 20% e stop?

Grazie.

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La risposta di Massimo Marciano:

Caro collega,

aprendo la partita Iva come giornalista con le agevolazioni previste dal cosiddetto regime dei minimi, non dovrai applicare l’Iva in fattura ai clienti, ma non potrai scaricare l’Iva pagata ai fornitori e dovrai indicare in fattura “Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, comma 100 della Legge 244/2007” (ovvero la Finanziaria 2008), apponendo una marca da bollo da 1,81 euro sulle fatture di importo superiore a 77,47 euro.

In cambio di tutto questo, avrai una tassazione forfetaria Irpef del 20% sui tuoi guadagni. Sull’ammontare di quanto guadagnerai sarà anche calcolato il 10% del contributo soggettivo che sarà tuo compito versare all’Inpgi 2, insieme al 2% sul totale dei corrispettivi lordi delle prestazioni che dovrai aver ricevuto dai committenti.

La ritenuta d’acconto Irpef del 20% sarà calcolata, in ogni fattura, sull’intero ammontare del corrispettivo lordo della prestazione. Con il contratto di cessione del diritto d’autore, la ritenuta d’acconto Irpef del 20% è invece calcolata sul 75% del corrispettivo lordo della prestazione, così come il 10% del contributo soggettivo per l’Inpgi 2.

In sostanza, cedendo i diritti hai una deduzione forfetaria del 25% sia dal punto di vista fiscale sia dal punto di vista previdenziale, con le valutazioni di merito che puoi leggere in questo precedente articolo.

Con il regime dei minimi Iva hai una tassazione Irpef fissa al 20%, commisurata al reddito che produci (con le deduzioni che potrai operare per le spese ammissibili), ma non potrai scaricarti l’Iva sulle spese.

Avrai quindi due contabilità separate: una per la cessione dei diritti e una per la partita Iva. Ognuna con le proprie regole di calcolo degli oneri contributivi e fiscali.

Inpgi 2: quesiti – Differenze fiscali e contributive tra partita Iva e diritto d’autore

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