Il ministro del welfare, Elsa Fornero, ha scelto le celebrazioni per il centenario del contratto di lavoro giornalistico per mettere in dubbio la sostenibilità del sistema pensionistico dei giornalisti e accusare l’Inpgi di scarsa trasparenza sui conti. Ma chi ha seguito in questi anni e, soprattutto in questi ultimi mesi, l’attività dell’Istituto sa che le cose non stanno affatto in questo modo.
L’8 novembre scorso proprio il ministero del Welfare, insieme con quello dell’Economia e delle Finanze, hanno approvato la riforma delle pensioni varata dal Cda dell’Inpgi con il parere positivo del Consiglio generale. Ricordiamo le linee essenziali di questa riforma voluta dai giornalisti e dagli editori che il ministro Fornero dovrebbe conoscere:
– Aumentati i contributi a carico delle aziende di tre punti percentuali nell’arco di cinque anni, tra il 2012 e il 2016.
– Aumentata progressivamente a 65 anni l’età pensionabile delle donne nell’arco di dieci anni, tra il 2012 e il 2021.
– Previsti sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, pari al 60% per tre anni, con una riduzione del 12% del costo del lavoro.
E’ opportuno ricordare che nel Cda dell’Inpgi che ha varato queste misure siedono anche un rappresentante della presidenza del Consiglio dei ministri e uno del ministero del Welfare.
Grazie a questa manovra, che comporta pesanti sacrifici per i giornalisti a cominciare dall’aumento dell’età pensionabile delle donne, l’Inpgi è in grado di garantire la sostenibilità dei propri conti per i prossimi 50 anni, come dimostrato dai bilanci attuariali depositati in Cda e illustrati al Consiglio generale.
A garanzia delle prestazioni pensionistiche, l’Inpgi ha inoltre un cospicuo patrimonio immobiliare (circa 1 miliardo e 200 milioni di euro) e mobiliare (circa 1 miliardo e 300 milioni di euro) sempre crescente che devono essere tenuti in considerazione nella valutazione dei bilanci dell’ente.
Nonostante la pesante crisi dell’editoria e il peso degli ammortizzatori sociali che gravano sul sistema previdenziale dei giornalisti, l’Inpgi è riuscito a chiudere l’ultimo bilancio in attivo e a garantire un percorso che mette al sicuro le pensioni presenti e future, con un livello di prestazioni e di equità superiore a quello dell’Inps.
I bilanci del 2010 e quelli degli anni precedenti sono accessibili a tutti sul sito dell’Istituto al seguente indirizzo: http://www.inpgi.it/?q=node/641 unitamente alle relazioni della Corte dei conti.
Alla luce di questo quadro è difficile accusare l’Istituto di scarsa trasparenza e di cattiva gestione. Mentre va piuttosto valutata la praticabilità e l’efficacia delle misure previste dal decreto “Salva Italia” a carico delle Casse privatizzate. In particolare il comma 24 dell’articolo 24 che allunga l’arco temporale di sostenibilità dei conti da 30 a 50 anni e pretende che tale calcolo sia effettuato solo sui saldi delle entrate e delle uscite contributive senza tenere in alcuna considerazione i patrimoni degli enti.
Come affermato dal Cda dell’Inpgi si auspica che “il Ministro Fornero, una volta acquisiti tutti gli elementi per una serena valutazione, rettifichi le dichiarazioni rese pubblicamente ed accolga la richiesta dell’Istituto e della Fnsi per un confronto nel merito sulle misure riguardanti anche l’Inpgi, quale Cassa autonoma sostitutiva di previdenza generale obbligatoria, contenute nel decreto Salva Italia”.
Il Fiduciario dell’Inpgi del Lazio
Ignazio Ingrao
I vicefiduciari
Massimo Marciano
Antonio Savi