In vista delle elezioni per il rinnovo degli organi statutari dell’Inpgi, siamo chiamati a difendere l’autonomia e l’indipendenza della cassa di previdenza delle giornaliste e dei giornalisti italiani.
Nel quadriennio appena trascorso l’Istituto ha messo in sicurezza i propri conti e conferma una gestione in attivo, nonostante le gravi difficoltà imposte dall’attuale crisi del mercato editoriale.
La riforma delle pensioni, l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, l’aumento delle aliquote contributive a carico degli editori, gli sgravi per le assunzioni a tempo indeterminato dei disoccupati, l’incentivo per le assunzioni sotto i 35 anni, la creazione del fondo per gli stati di crisi finanziato dal governo e dagli editori, l’allargamento del welfare dei giornalisti a favore dei colleghi iscritti alla gestione separata, l’equilibrata gestione della delicata questione del tetto del cumulo tra la pensione a altri redditi, il buon rendimento del patrimonio mobiliare, le nuove iniziative immobiliari a Milano e Roma: ecco i principali traguardi raggiunti negli ultimi quattro anni.
Per queste ragioni intendiamo riconfermare alla presidenza dell’Istituto Andrea Camporese.
Allo stesso tempo vogliamo difendere con forza l’Inpgi dagli attacchi di quanti già da tempo, fino ad arrivare al ministro del welfare, Elsa Fornero, puntano a mettere le mani sulla cassa delle giornaliste e dei giornalisti italiani. Per questo contestiamo la l’imposizione di regole eccessivamente stringenti all’Istituto (come una proiezione della sostenibilità del sistema a 50 anni) e rispediamo al mittente le accuse di quanti denunciano una mancanza di trasparenza nei conti dell’Inpgi: basti ricordare che i bilanci dell’Istituto sono pubblici e la manovra dell’Inpgi è stata approvata dai ministeri del Welfare e dell’Economia proprio pochi mesi fa.
Rivendichiamo la lungimiranza e il senso di responsabilità con i quali le giornaliste e i giornalisti italiani hanno affrontato una riforma delle pensioni ben prima che tale richiesta venisse avanzata dal governo riuscendo a mantenere inalterati gran parte dei livelli delle prestazioni pensionistiche che fino ad oggi sono state garantite ai giornalisti. Un’attenzione e una capacità di gestione che andrebbero prese a modello.
Alla luce di queste osservazioni indichiamo alcune direttrici fondamentali di impegno per i prossimi quattro anni che entrano a far parte del nostro programma:
Far ripartire l’occupazione. Oltre agli sgravi contributivi già approvati (il 60 per cento in tre anni a favore delle imprese che assumo giornalisti a tempo indeterminato) e gli incentivi per l’occupazione dei giovani fino a 35 anni, occorrono ulteriori interventi per rilanciare l’occupazione a fronte di un aumento senza precedenti del numero di colleghi disoccupati e precari. La tenuta dei conti dell’Istituto passa anzitutto dalla ripresa del mercato del lavoro.
2. Vigilare sugli stati di crisi. Purtroppo il peggio non sembra essere alle nostre spalle. Ancora numerose imprese editoriali si preparano a chiedere gli stati di crisi ed altre, che pure ne hanno già usufruito, si preparano a ripresentare la richiesta o l’hanno già ripresentata. Grazie al fondo di 20 milioni di euro, creato con il contributo dello Stato e alimentato dagli editori, gli stati di crisi non gravano più sul bilancio dell’Istituto. Resta tuttavia da vigilare con attenzione affinché il ricorso agli stati di crisi e il relativo fondo vengano utilizzati per salvare le imprese effettivamente in difficoltà e non come una scorciatoia per tagliare il costo del lavoro.
3. Un welfare per tutti. La recente riforma varata dell’Inpgi, con l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne, pesa sulle spalle delle colleghe. E’ necessario che i risparmi ottenuti con tali misure siano innanzi tutto utilizzati per ampliare le tutele e il welfare delle giornaliste, spesso fortemente penalizzate nella loro vita lavorativa. Servono interventi che tengano conto del carico di lavoro familiare delle giornaliste che si aggiunge a quello professionale.
La modifica del regolamento per i giornalisti iscritti alla gestione separata con contratto di collaborazione coordinata e continuativa rappresenta inoltre un deciso passo avanti nell’ampliamento delle tutele e dell’assistenza a favore dei colleghi meno garantiti. La cosiddetta “casta” dei giornalisti non esiste più: cresce sempre più l’area del precariato e del lavoro autonomo. E’ necessario perciò che il welfare dei giornalisti venga esteso a queste nuove fasce adeguando anche gli ammortizzatori sociali alle nuove necessità.
4. Difendere i pensionati. Sono inaccettabili le misure previste dal governo, che prevedono una penalizzazione a carico dei colleghi pensionati in caso di mancato rispetto dei nuovi parametri di equilibrio dei conti previdenziali. La riforma delle pensioni varata nei mesi scorsi dall’Inpgi è la prima e principale forma di tutela per i pensionati. Bisogna proseguire su questa strada difendendo il valore dei trattamenti pensionistici erogati dall’Istituto. La crisi colpisce soprattutto i colleghi più deboli e fra questi ci sono anzitutto molte giornaliste e giornalisti pensionati e molti colleghi prepensionati.
5. Cumulo tra la pensione e altri redditi. Il tetto dei 20 mila euro del cumulo tra la pensione di anzianità e altri redditi è frutto dello sforzo di cercare un punto di equilibrio tra le esigenze dei giornalisti pensionati (in particolare quelli con le pensioni più basse) e le aspettative dei giovani giornalisti. L’importante è vigilare che non si verifichino situazioni inaccettabili nelle redazioni dove giornalisti pensionati, in virtù di un contratto di collaborazione, continuano a svolgere attività di desk e coordinamento. Si tratta di situazioni ancora più intollerabili in una fase in cui è urgente far ripartire l’occupazione.
6. Lottare contro l’evasione contributiva. L’azione di vigilanza esercitata dall’Istituto in questi anni ha consentito il recupero di somme significative di contributi evasi dalle aziende editoriali in varie forme. Questo lavoro ispettivo va proseguito e rafforzato per contrastare l’evasione e l’elusione contributiva messe in atto sempre più spesso dagli editori ai danni dell’Inpgi e di tutti i giornalisti.
7. Attenzione alle esigenze degli inquilini giornalisti. Il patrimonio immobiliare dell’Inpgi (pari a circa un miliardo e 200 milioni di euro) va preservato e valorizzato. Allo stesso tempo occorre rispondere alle esigenze e alle richieste dei colleghi inquilini delle case dell’Inpgi con una particolare attenzione agli interventi di manutenzione negli alloggi. Ed è opportuno valutare la possibilità che i rappresentanti dei sindacati degli inquilini possano partecipare come osservatori alle riunioni della commissione assegnazione alloggi e affitto immobili e della commissione appalti. Sarà utile anche una verifica sulla possibilità di interventi di housing sociale a favore dei giornalisti meno abbienti.