Dichiarazione del segretario dell’Associazione stampa romana, Paolo Butturini:
“La riforma del mercato del lavoro pensata dal Governo Monti e condivisa dalle parti sociali con l’eccezione della Cgil è il compimento di anni di attacco ai diritti dei lavoratori e rappresenta il definitivo smantellamento delle garanzie costruite, dal dopoguerra a oggi, a difesa dei più deboli.
La cancellazione di fatto dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori si inserisce in un quadro che lascia sostanzialmente intatta le disparità di trattamento fra precari e, a questo punto, ex-garantiti, che rinvia a data da destinarsi l’accelerazione delle procedure giudiziarie, che non estende gli ammortizzatori a tutte le fattispecie contrattuali, lasciando così scoperti milioni di lavoratori, che riduce l’indennità di mobilità a un solo anno e che non cancella, se non in minima parte, la giungla dei cosiddetti contratti di lavoro atipici. L’indennizzo previsto per i licenziamenti poi, senza un’azione di sveltimento dei processi civili, rischia di diventare per i dipendenti l’ennesimo credito inesigibile.
Si aggiunga una beffa che riguarda in particolare i giornalisti, visto che la lotta alle “false partite Iva” varrà per tutti tranne gli iscritti agli albi professionali, per cui per la nostra categoria ci sarà libero diritto di sfruttamento, mettendo l’Ordine nell’imbarazzante situazione di essere l’escamotage per aggirare la regolarizzazione del lavoro dipendente.
Tutto ciò viene proposto in un quadro di pesante recessione e perdita di produttività, come dimostra l’aumento vertiginoso della cassa integrazione a febbraio, col rischio che i licenziamenti individuali diventino la via per ridurre il personale, specie nelle piccole e medie aziende.
Credo che la segreteria della Fnsi debba prendere in considerazione di convocare una sessione straordinaria della Consulta dei Cdr e del Consiglio Nazionale. Serve una mobilitazione forte che accompagni l’esame dei provvedimenti in Parlamento e ne chieda, o meglio ne imponga una loro radicale modifica”.
Intanto la Federazione nazionale della stampa, con il seguente comunicato, lancia l’allarme su rischi per l’autonomia professionale dei giornalisti:
“Suscitano allarme anche per l’autonomia professionale e la libertà di stampa le nuove norme annunciate dal Governo in materia di licenziamenti.
In attesa di conoscere il testo dei provvedimenti il cui varo ufficiale è previsto per domani, la Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa, riunita oggi a Roma, considera motivo di allarme e preoccupazione la previsione (ove confermata) di licenziamenti facili. La delicatezza dell’attività dei giornalisti ai quali spetta assicurare un’informazione che ha e deve avere come riferimento il diritto dei cittadini ad essere informati, può subire gravi mutilazioni incidenti sul circuito della libera stampa e ingiuste penalizzazioni per i lavoratori.
Allo stato delle notizie disponibili non si capisce proprio dove possa essere l’elemento di sviluppo e di libertà in un provvedimento che preveda la facoltà di licenziamento con un indennizzo che qualsiasi “padrone” che voglia addomesticare a suo piacimento l’informazione sarebbe ben disposto a pagare.
A giudizio del Sindacato dei giornalisti, l’editoria italiana è esposta alla crisi dell’economia, ma anche le manovre speculative di alcune aziende del settore che puntano a scaricare oneri impropri e indebiti sul welfare della categoria attraverso la corsa a prepensionamenti e contratti di solidarietà. Il settore, al pari del Paese, avrebbe perciò bisogno di un quadro normativo e sostegni fiscali tesi a perseguire crescita e occupazione piuttosto che norme le quali – allo stato delle notizie disponibili – tendono, invece, ad indebolire le tutele del lavoro, ora anche in materia di licenziamenti individuali.
Anche quegli elementi di un certo interesse – come il divieto assoluto di dimissioni in bianco pretese in certe lettere di assunzione: un illecito già oggi – non appaiono tali da eliminare gli elementi centrali di preoccupazione dei licenziamenti, assunti come motivo di cambiamento e di rottura con il passato. Ma ogni rottura con il lavoro è una lacerazione per l’oggi e per il futuro.
Mercoledì prossimo la Giunta della Federazione della Stampa farà un esame più approfondito e di merito su tutti i capitoli del provvedimento del Governo ed è fin d’ora già impegnata a farlo senza tacere sulle riserve che dovessero permanere e neppure sugli aspetti che dovessero risultare di positivo giudizio.
La Segreteria della Federazione Nazionale della Stampa Italiana ritiene perciò – e per questo fa un appello ai direttori e ai colleghi che ne hanno la facoltà nelle loro redazioni – di non rinunciare al pensiero critico e di fornire il massimo di notizie con la precisione dovuta soprattutto in termini di ricadute, di pro e contro e il massimo di opinioni perché su materie cosi delicate della convivenza civile sia possibile procedere senza tabù, ma anche senza falsi miti: tutto è discutibile, ma non c’è il dogma delle mani libere dell’impresa che fa premio su tutto. Essere attenti oggi può significare comprendere che va corretto quanto deve essere cambiato e non piangere lacrime amare domani pensando che tanto il peso passerà ad altri.
La Segreteria della Fnsi, infine, si augura che il Governo rinunci allo strumento del decreto con il quale commissariare il Parlamento e che nelle Camere si possa completare il confronto anche con audizioni dei soggetti interessati su questioni di merito che su una materia come questa, piaccia o no, non può essere chiuso da un annuncio governativo”.
Roma, 21 marzo 2012