Oggi è nata la legge sull’equo compenso nel settore giornalistico. Ma non interessa solo i giornalisti: è una pietra miliare per tutti i lavoratori.
Un’informazione che sfrutta e ricatta i precari, pagati pochi euro a pezzo e continuamente sotto ricatto da editori che hanno interessi nella finanza e nell’edilizia, è un’informazione non libera, che non può raccontare il vero volto di un Paese e non permette al popolo di esercitare quella sovranità che gli è garantita dall’articolo 1 della Costituzione.
La battaglia sull’equo compenso non è stata combattuta solo ed esclusivamente per le decine e decine di migliaia di precari che vogliono fare il loro dovere di informare di ciò che succede nelle nostre città e nei nostri quartieri, ma anche per tutti i lavoratori di tutti i settori. Da oggi si è stabilito un principio che vale per tutti: va attuato con iniziative legislative concrete l’articolo 36 della Costituzione, che garantisce al lavoratore una retribuzione adeguata, in grado di assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Un precedente giuridico che deve diventare una pietra miliare nella storia delle lotte per il lavoro in questo Paese. Per tutti i lavoratori.
Ora si tratta di estendere a tutti questo innovativo principio legislativo. E’ compito di tutti noi, che chiediamo di far tornare il tema dei diritti e delle tutele per il lavoro al centro della politica, impegnarci per estendere questo principio a tutti i lavoratori. Oggi è stato compiuto solo il primo passo.
Massimo Marciano
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EQUO COMPENSO, E’ LEGGE. LA CAMERA APPROVA IN VIA DEFINITIVA IL PROVVEDIMENTO IN FAVORE DEI GIORNALISTI FREELANCE E PRECARI
pubblicata da Giornalisti freelance – http://freelance20.ning.com il giorno Martedì 4 dicembre 2012 alle ore 14.47
L’equo compenso nel settore giornalistico è legge
Montecitorio, 4 dicembre 2012 ore 14:47 – La VII Commissione permanente della Camera dei Deputati (Cultura, scienza e istruzione) convocata oggi in sede legislativa ha approvato il provvedimento in via definitiva all’unanimità dei 29 presenti, con il parere favorevole del Governo, ratificando il testo licenziato dal Senato. La proposta di legge, relatore Enzo Carra, era già stata approvata dalla VII Commissione della Camera il 28 marzo 2012 e modificata dalla 11ª Commissione del Senato il 7 novembre 2012. Il testo giunto in esame alla Camera, rispetto al quale non sono stati presentati emendamenti, aveva ricevuto in questi giorni il parere positivo dalle Commissioni parlamentari di merito (Affari Costituzionali, Giustizia, Bilancio, Trasporti e Lavoro).
E’ una legge “a termine” (sperimentale l’ha definita il senatore Giuliano, presidente della Commissione Lavoro del Senato) perché la sua applicazione si interromperà automaticamente a tre anni dalla sua entrata in vigore, quando cioè è previsto che la Commissione per stabilire l’entità dell’equo compenso, istituita dal provvedimento, cesserà le sue funzioni. Per prorogarne la durata occorrerà quindi modificare l’attuale testo.
Numerosi gli interventi che hanno espresso la soddisfazione per l’approvazione del provvedimento, tra cui: Giulietti (Gruppo misto), Lainati (PdL), De Biasi (PD), Zazzera (IdV), Goisis (Lega Nord), Moffa (Gruppo misto); Carra (Udc), Granata (Fli). A nome del Governo hanno preso la parola il viceministro al Welfare Michel Martone e il sottosegretario all’Editoria Paolo Peluffo.
Una considerazione espressa generalmente dai membri della Commissione durante i loro interventi riguarda il testo della legge: l’articolato approvato inizialmente dalla Camera è stato giudicato migliore di quello modificato dal Senato. L’aumento dei componenti della Commissione per l’equo compenso istituita dalla legge potrebbe rendere farraginoso il meccanismo e rendere l’organismo luogo di scontro. Poiché il Senato ha previsto che la Commissione per l’equo compenso scadrà entro tre anni, occorrerà quindi verificare il funzionamento della legge in tempi brevi. A Montecitorio non sono stati comunque presentati emendamenti per non rischiare, rimandando il provvedimento di nuovo in esame a Palazzo Madama, di non approvare il testo entro la legislatura. Il relatore Carra ha fatto rilevare la positiva celerità dei tempi durante i lavori di esame del testo in Commissione alla Camera. Zazzera (IdV) ha ricordato che l’approvazione della legge non sarebbe stata possibile senza la pressione dei freelance e gruppi di base. Il sottosegretario Peluffo ha dichiarato che nel dipartimento per l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri ci sono le risorse per fare funzionare la Commissione nei tempi previsti.
In conferenza stampa a rappresentare i giornalisti freelance e collaboratori precari erano presenti Maurizio Bekar, coordinatore Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi; Moira Di Mario e Solen De Luca (Associazione Stampa Romana); Massimo Marciano (freelance, Consigliere di amministrazione INPGI).
La necessità di approvare con urgenza il provvedimento, prima della fine della legislatura, è stata sostenuta con forza lo scorso settembre attraverso un appello pubblico ai parlamentari, primi firmatari Franco Siddi e Roberto Natale, Segretario generale e Presidente Fnsi, e Giancarlo Ghirra, Segretario Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
La Carta di Firenze approvata lo scorso anno e la legge sull’equo compenso giornalistico varata oggi sono due strumenti strategici in grado di contrastare e rendere impossibile lo sfruttamento dei giornalisti collaboratori: purché si abbia la volontà politica di applicarli.
L’appello ideato e promosso dalla Commissione nazionale lavoro autonomo della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, poi fatto proprio e rilanciato come petizione su web dall’associazione Articolo 21, ha dato vita a una rapida e straordinaria mobilitazione, che ha visto unite le più diverse anime del giornalismo (freelance e contrattualizzati, coordinamenti di base di precari e rappresentanze a tutti i livelli del sindacato e dell’Ordine), ma anche la solidarietà ed appoggio di realtà associative, sindacali e politiche esterne alla categoria e di personalità della cultura e dello spettacolo.
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Documenti, dichiarazioni e comunicati sull’approvazione della legge sull’equo compenso sono sul sito della Federazione nazionale della stampa italiana a questo link:
http://www.fnsi.it/Esterne/Fvedinews.asp?AKey=15008
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Equo compenso: una legge partita da 2500 firme
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