Strumenti di sostegno al reddito e per la formazione, anche rivolti ai giovani e alle donne, dalle Regioni attraverso i fondi messi a disposizione dall’Europa. Se ne è discusso oggi nella sede dell’Inpgi con esperti, assessori regionali e amministratori delle Casse di previdenza dell’Adepp
«Il futuro delle professioni è il tema strategico. Ce lo ha dimostrato l’Europa approvando l’Action Plan che considera, per la prima volta, le libere professioni un motore di sviluppo e quindi degne di sostegno al pari delle Piccole e medie imprese. Ce lo impone la situazione del nostro Paese che vede milioni di professionisti registrare una depressione dei redditi del 20%, giovani che non riescono neppure ad affacciarsi nel mercato del lavoro o percepire per oltre 10 anni redditi che è offensivo chiamare tali. Se non invertiamo la rotta oggi, domani avremo davanti una schiera di pensionati sempre più poveri». Così il Presidente dell’Adepp (Associazione degli Enti di previdenza privati), Andrea Camporese (nella foto), durante l’incontro con i rappresentanti di alcune Amministrazioni regionali.
E sul rapporto inscindibile tra adeguatezza e sostenibilità, ha centrato il suo intervento il professore Francesco Verbaro, docente della scuola superiore della pubblica amministrazione. «I sistemi previdenziali contributivi hanno messo in evidenza il forte legame esistente tra previdenza e mercato del lavoro e quindi l’importanza della durata della vita professionale, la continuità della carriera e l’andamento dei redditi. Il cammino da intraprendere è già tracciato: il professionista deve essere sostenuto attraverso l’accesso al credito, incentivi per la formazione, utilizzo di risorse per l’innovazione e il sostegno al reddito in fase di crisi e di discontinuità di carriera».
Accesso al credito, continuità di carriera e formazione sono stati i punti più volte richiamati durante l’incontro, ripresi sia dal direttore generale delle politiche attive, Salvatore Pirrone, sia dal direttore generale, Edoardo Gambacciani, in rappresentanza del Ministero del Lavoro. Entrambi, infatti, hanno sottolineato come sia necessario pensare ad una nuova idea di welfare che sappia rispondere ai nuovi bisogni dettati dalla contingenza economica e sociale in cui versa il nostro Paese.
Politiche di welfare che molte Amministrazioni regionali hanno già messo in campo. «In Veneto il libero professionista è già considerato come un micro imprenditore esposto alla concorrenza europea ed internazionale – ha spiegato l’assessore al lavoro, Elena Donazzan –. Il nostro piano anti crisi in vigore dal 2009 è stato ulteriormente rafforzato con interventi di politica attiva per l’inserimento o reinserimento, la riqualificazione dei professionisti inoccupati, disoccupati o a rischio occupazione. Da qui la possibilità di accedere a tutti i bandi per l’attività di formazione continua, nei processi di innovazione e rilancio».
La Regione Campania è già nella fase “Crescita 2”, soprattutto nelle politiche di femminilizzazione. Le aziende hanno bisogno di una consulenza di carattere innovativo, vogliono avvalersi di una professionista donna, che abbia meno di 40 anni? Pronti per loro 45mila euro a copertura dell’80% dei costi. «In questo modo da un lato spingiamo le imprese a muoversi, dall’altro aiutiamo le donne nei primi anni della loro vita professionale, sperando che sia il la per una futura stabilizzazione del rapporto lavorativo con l’azienda stessa – ha spiegato l’assessore al lavoro, Severino Nappi.
Per il direttore generale dipartimento Lavoro della Regione Calabria, Bruno Calvetta, invece: «Gli incentivi devono essere sostituiti da attività di micro credito produttivo che deve generare necessariamente profitto. Fino ad ora abbiamo stanziato 60 milioni di euro e ne hanno usufruito ben 700 aziende che hanno dimostrato però di rispondere ai criteri di credibilità e capacità produttiva».
Esperienze a confronto che mettono in luce eccellenze, Amministrazioni che hanno a cuore tutti i propri cittadini e che, come annuncia il presidente dell’Adepp, Andrea Camporese, saranno riprese e presentate in un convegno nazionale da tenersi dopo l’estate. «Propongo di mettere a sistema ciò che esiste, di trasmetterlo ai nostri iscritti, di monitorare la situazione e incontrarci con continuità, lanciando un messaggio chiaro su ciò che manca e su cosa si possa fare. Ho fatto un sogno – ha concluso Camporese – dove avevo un’interlocuzione governativa diversa e simile a quella di questa mattina, dove ognuno spiega cosa fa e cosa propone. In Europa è stato possibile, aspettiamo che lo sia anche nel nostro Paese».
Roma, 27 marzo 2013
Fonte: comunicato stampa dell’Adepp