“La Commissione e l’Assemblea nazionale lavoro autonomo della Federazione nazionale della stampa italiana esprimono solidarietà ai collaboratori esterni de “l’Unità” ai quali l’azienda non corrisponde il loro compenso regolarmente in quanto li considera meri “fornitori”. In realtà, in molti casi svolgono l’identico lavoro dei contrattualizzati, poiché diversi collaboratori de “l’Unità” lavorano per la testata sei giorni su sette a tempo pieno e pertanto, anche volendo, non potrebbero coltivare altre committenze.
I collaboratori, autorganizzatisi in Coordinamento quasi due anni fa, sono stati i primi in Italia ad aver indetto uno sciopero unitario per denunciare la loro condizione ad ottobre 2011, in concomitanza con la stesura della Carta di Firenze, ma ancora non è sufficiente. I loro diritti – di veder riconosciuto il loro lavoro secondo il corrispondente inquadramento di legge, di essere pagati a 30 giorni come prescrive il contratto nazionale, di firmare un foglio che indichi le forme in cui si esplica la loro collaborazione e i relativi compensi – continuano ad essere ignorati da un giornale che dovrebbe tenere ben altri comportamenti.
La situazione difficile in cui versa il quotidiano oggi non può essere il lasciapassare per comportamenti inaccettabili verso i lavoratori più deboli e meno tutelati. Vale la pena ricordare, infatti, che, in caso di interruzione della collaborazione, questi colleghi non sarebbero tutelati da alcun ammortizzatore sociale e si troverebbero, di punto in bianco, a reddito zero.
Commissione ed Assemblea ribadiscono, dunque, quanto già affermato riguardo la vertenza che interessa i collaboratori de “il Messaggero”: è necessaria una mobilitazione della categoria, intesa come la totalità dei giornalisti, contrattualizzati o meno. Infine, invitano i collaboratori di altre testate a costituirsi in Coordinamento collegato con l’Associazione stampa territoriale che potrà fornire il necessario supporto”.
Fonte: comunicato stampa della Federazione nazionale della stampa italiana