L’Asr a fianco di Lirio Abbate, minacciato di morte
per le sue inchieste sulla criminalità romana
L’Associazione Stampa Romana esprime solidarietà e vicinanza al collega dell’Espresso Lirio Abbate, oggetto di minacce di morte da parte della criminalità romana a causa delle sue inchieste sulla penetrazione delle mafie nella capitale.
Abbate, già sotto scorta da anni e oggetto di un fallito attentato a Palermo, è uno delle decine di colleghi in prima linea che le mafie e la malavita organizzata cercano di ridurre al silenzio, soprattutto per aver gettato luce sulle complicità e le connivenze fra criminalità e politica.
“Lirio non va lasciato solo – commenta il segretario Asr Paolo Butturini – perché l’isolamento è l’anticamera dell’eliminazione fisica, come la storia ha più volte dimostrato.
Ma è con i fatti che si sostiene la battaglia per una libera informazione e per il diritto dei cittadini a essere correttamente informati. Il primo passo, per esempio, sarebbe una definitiva abrogazione del reato di diffamazione, col quale spesso si tenta di impedire che venga fatta luce sulle trame e sulle complicità di cui godono le mafie.
Il secondo sarebbe una riforma seria e moderna della legislazione che governa l’intero mondo dell’informazione, a cominciare dalla vetusta e inservibile legge istitutiva dell’Ordine dei Giornalisti.
Ma anche in materia contrattuale si dovrebbero fare passi avanti decisi verso la tutela dei giornalisti. Si potrebbero, per esempio, inserire nel nuovo contratto forme assicurative, anche per freelance e collaboratori, che mettano i colleghi al riparo dalle cosiddette “querele temerarie”. Bisogna fornire ai giornalisti un’efficace assistenza legale e coprire i rischi a cui inevitabilmente va incontro chi non si ferma alla superficie dei fatti, ma scava alla ricerca della verità”.
Fonte: comunicato dell’Associazione stampa romana
condivido, ma al tempo stesso occorre essere più determinati e rigorosi nel rispettare e far rispettare la deontologia e l’autogoverno disciplinare.