Stampa romana: solidarietà al collega Paolo Borrometi, miacciato di morte dai boss di Vittoria
Ancora una volta un giornalista scrive, denunciando la mafia e le attività commerciali gestite da mafiosi, e puntualmente arrivano le minacce di morte e le intimidazioni.
E’ successo al giornalista Paolo Borrometi dopo aver scritto che la famiglia Ventura di Vittoria (Rg), tra le numerose attività illegali, ne gestisce una apparentemente “ legale”. Si tratta di un’agenzia di pompe funebri che però, come ha denunciato Borrometi, agisce attraverso un prestanome e con permessi e autorizzazioni sulle quali si è concentrata l’inchiesta giornalistica. Le minacce e le intimidazioni al collega Borrometi, sono arrivate questa volta via Facebook, dalla pagina ufficiale dell’Agenzia Funebre Ventura, di proprietà di Gianbattista Ventura, fratello di Filippo capomafia (e attuale reggente) della famiglia Ventura di Vittoria, secondo quanto riferito nella Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia.
“Paolo Borrometi ti scippo la testa, sarò il tuo incubo”, “Tu tocca ciò che è mio e ti faccio cantare l’Ave Maria in siciliano”, “Paolo Borrometi è una minchia morta” e altre frasi intrise di minacce di morte il cui obiettivo è uno solo: farla pagare a chi divulga notizie inerenti la famiglia del boss. Non è la prima volta che ciò accade: quattro mesi fa Borrometi ha ricevuto identiche minacce di morte da parte di famiglie mafiose locali ed da un anno vive sotto scorta. Questa ennesima minaccia di morte non è da sottovalutare per la sua violenta forma pubblica attraverso la quale è stata espressa, per chi l’ha pronunziata e per il contenuto, violento e inequivocabile.
Come diceva Falcone, secondo il quale, quando si seguono i capitali e le imprese economiche dei mafiosi, si è sulla strada giusta, Borrometi stava facendo il suo dovere/mestiere di informare l’opinione pubblica siciliana sulle attività “legali” della famiglia Ventura, il cui boss attualmente è in carcere, sottoposto al 41 bis, regime di carcere duro per i boss. Per questa sua continua attività di denuncia, per i mafiosi Borrometi deve essere “silenziato”. In Italia l’informazione libera e soprattutto indipendente dà fastidio alla mafia.
Stampa romana esprime piena solidarietà al membro della nostra associazione, Paolo Borrometi e alla sua famiglia, e chiede alle autorità competenti, locali e nazionali, di vigilare affinché la vita di un giornalista che fa semplicemente il suo dovere, non venga messa a rischio dalle minacce di morte, mai da sottovalutare e da prendere sotto gamba.
Fonte: comunicato dell’Associazione stampa romana