Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato:
“Il voto di oggi di riforma dell’Ordine dei giornalisti è un primo importante passo per l’adeguamento e ammodernamento dell’ordinamento professionale. Ed è di grande valore il voto unanime (un solo astenuto) della commissione Cultura della Camera espresso in sede legislativa, che offre un’indicazione precisa anche a quanti in questi mesi, a livello politico e di Governo, hanno avuto mere tentazioni abrogazioniste. Non si può ignorare che la professione giornalistica è chiamata a garantire il diritto dei cittadini a una corretta informazione e ha, perciò, un contenuto etico e un valore non solo materiale che necessita di garanzie della legge, sia per l’autonomia che le deve essere sempre riconosciuta, sia per l’accesso alle fonti, sia per la tutela del segreto professionale.
Certo avremmo voluto di più, sia in materia di accesso, sia soprattutto per l’istituzione del Giurì per la lealtà dell’informazione, ma è importante che questa legge abbia intanto il varo definitivo dal Senato in tempi rapidi. Si tratta di creare, presto, le condizioni per un ordinamento efficace. Un Consiglio meno pletorico (da 156 a un massimo di 90 membri) può essere più efficace nelle sue attività di cura degli albi, delle verifiche nell’accesso, di vigilanza deontologica che la legge gli affida. È interessante che quanti abbiano la laurea almeno triennale siano esentati dall’esame di cultura generale. Ed è molto importante la maggiore qualificazione per l’attività dei pubblicisti, i quali potranno accedere all’albo mediante esame di cultura generale e sulla deontologia professionale. È un’indicazione netta, condivisa dal Sindacato dei Giornalisti che, stando sul campo del lavoro e delle sue condizioni, vuole considerarla oggi una scelta di indirizzo per una più penetrante, successiva iniziativa specifica sull’accesso in connessione alle tumultuose trasformazioni in corso e alle verifiche dei percorsi di istruzione.
Si tratta di linee essenziali per la qualità dell’informazione professionale e per il pieno recupero di un leale rapporto con i cittadini, che ne sono i veri destinatari. Apprezzamento per questo alla commissione Cultura nella sua interezza (dal Presidente Aprea al primo firmatario Pisicchio, ai parlamentari più impegnati sui temi dell’informazione come Barbieri, Giulietti, Levi, De Biase, Rivolta e altri) e, particolarmente, al relatore Giancarlo Mazzucca, che ha puntato con determinazione a fissare dei primi punti fermi pur ribadendo la volontà di riprendere successivamente altri temi, come quello del Giurì per la lealtà e la correttezza dell’informazione.
Si poteva quindi fare di più, soprattutto per il “Giurì”, per lo snellimento dei procedimenti in relazione ai procedimenti per violazioni deontologiche e anche per l’accesso. Ma di questi tempi una riforma, sia pure di carattere essenziale sullo “strumento”, è certamente un buon segno e un risultato positivo, sanzionato da un accordo bipartisan su una materia di valore e di merito, in base a una proposta di iniziativa parlamentare, condivisa nel merito.
Il Governo dovrà tenerne conto e considerare queste scelte una risposta anche all’obbligo stabilito dalla recente normativa finanziaria in materia di liberalizzazioni. Quella giornalistica è una professione che ha bisogno di un ordinamento etico chiaro e non di mere norme mercantili tipiche del mondo degli affari perché possa essere considerata veramente libera e, in questo senso, “liberalizzata”.
La prima riforma dell’Ordine dei giornalisti che ottiene un voto in un ramo del parlamento dopo 58 anni dalla sua istituzione è, frattanto, una doppia buona notizia: per il fatto in se e per la convergenza bipartisan su scelte improntate a sobrietà ed equilibrio. La riduzione da 156 a 90 membri del Consiglio Nazionale è scelta significativa per le istituzioni (l’Ordine, per legge, lo è), nella salvaguardia dei principi di partecipazione democratica e di efficienza delle attività pubbliche”.
Fonte: comunicato stampa della Fnsi