Ordine: quesiti – Le materie del colloquio per l’iscrizione all’elenco pubblicisti

Il quesito di G. R.:

Io prendo il tesserino da pubblicista a gennaio ma sapresti dirmi con certezza come avviene la cosa, insomma come si svolge questo famoso colloquio?

La risposta di Massimo Marciano:

Caro G.,

il 17 giugno 2009 il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato un documento di indirizzo per l’iscrizione nell’elenco dei pubblicisti che parte dalla considerazione del mutato ruolo di questa categoria professionale, alla quale oggi appartengono parecchi colleghi che svolgono la professione giornalistica in maniera esclusiva o prevalente e con responsabilità, in taluni casi, non inferiori a quelle dei giornalisti professionisti. Per questi ultimi, la legge prevede l’accesso alla professione attraverso un esame di Stato che ne attesti la preparazione specifica.

L’Ordine ha quindi valutato necessario che anche per i colleghi pubblicisti si debba svolgere, preliminarmente all’iscrizione al relativo elenco, un colloquio che verifichi la conoscenza del complesso delle norme deontologiche e del quadro normativo di riferimento, a partire dalla Costituzione della Repubblica. In questo modo l’Ordine ha inteso, in un certo qual modo, colmare il divario tra la situazione “fotografata” dalla legge professionale del 1963 e la situazione di fatto del lavoro giornalistico di oggi, determinata dalla mancanza di qualunque iniziativa di riforma legislativa da parte del Parlamento.

Nelle note esplicative di tale documento, vengono elencati una serie di argomenti che dovranno essere oggetto di un corso di preparazione che sarà compito di ogni Ordine regionale. Sono gli stessi argomenti che formano l’oggetto del colloquio che il Consiglio dell’Ordine regionale condurrà con il candidato pubblicista:

• cenni storici sul giornalismo e sulla conquista della libertà di stampa;
• diritto all’informazione, Costituzione, leggi che regolano il giornalismo, responsabilità penali e civili;
• separazione tra informazione e comunicazione (divieto di pubblicità);
• deontologia (Carta dei doveri, Carta di Treviso, Carta di Roma, norme settoriali per il giornalismo economico, sportivo, ecc.) e leggi sulla privacy;
• diritto d’autore, rapporti economici che ne derivano;
• rapporti con le fonti, ruolo e funzione degli uffici stampa.