Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi, in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio generale dell’Istituto si ricandida nella circoscrizione della sua regione, il Veneto. La sua candidatura è appoggiata da un largo schieramento di forze sindacali e di gruppi professionali, fra i quali anche “Giornalisti per la riforma della professione”, che cura questo sito.
Con questo suo intervento che pubblichiamo qui di seguito, Andrea Camporese, oltre a presentare la sua candidatura, fa un bilancio del mandato quadriennale da lui presieduto ed esprime i suoi intendimenti programmatici per quello che si aprirà dopo le elezioni, per le quali gli iscritti all’Istituto (Gestione principale, Gestione separata e pensionati) saranno chiamati a votare dal 27 febbraio al 4 marzo prossimi.
Dopo quattro anni di governo è il momento dei bilanci, ma soprattutto delle sfide future. Le prove alle quali ci ha messo di fronte un mercato del lavoro fortemente recessivo, in un contesto economico generale pessimo, sono state molte e pesanti. Aver reso irrilevanti i costi dei prepensionamenti per l’Istituto, aver varato una riforma che mette i conti in equilibrio sul lungo periodo, aver difeso l’alto livello di protezione del nostro welfare, imparagonabile ad ogni altra categoria, possono essere considerati obiettivi colti nel pieno della tempesta. Ma non basta. Non basta perché la perdita di oltre il 6 per cento dell’occupazione stabile in pochi anni va assolutamente contrastata, per la tenuta del sistema previdenziale e, ancor più, per il futuro dei nostri giovani. Unici nel Paese abbiamo messo in campo sgravi pari al 60 per cento dei contributi per tre anni a favore dei datori di lavoro che stabilizzano i giornalisti precari, sospeso le rate di mutui e prestiti di chi si trova in difficoltà, lavorato alla tutela della legalità con centinaia di ispezioni l’anno.
Un gruppo molto ampio di colleghi mi ha chiesto pubblicamente di ripresentarmi alla presidenza dell’Inpgi, ho accettato, consapevole che il lavoro non è finito, che non esistono ricette magiche, che serve umiltà e determinazione.
Protezione e proiezione
Pensioni medie tra le più alte nel Paese, disoccupazione erogata con parametri molto più protettivi dell’Inps, mutui e prestiti a tassi agevolati mediamente inferiori di due punti percentuali rispetto alle migliori condizioni bancarie (il numero di domande lo dimostra): autonomia dell’Istituto significa esattamente questo. Gli attacchi, in parte ridimensionati, del Ministro Fornero vanno respinti, come si è fatto, con la forza dei numeri, della ragione e, se necessario, della protesta. Il nostro essere professione costituzionalmente tutelata, il non gravare sullo Stato, l’aver gestito il proprio patrimonio con serietà ed efficienza non può essere cancellato. Una delle sfide future è quella del lavoro non dipendente. Su questo versante, dopo aver garantito una serie di protezioni importanti per i collaboratori (maternità, paternità, adozione, degenza e molte altre) serve una spinta forte alla ricerca di risorse per elevare ed ampliare le tutele esistenti. Va fatta una battaglia per una fiscalità di vantaggio da destinare alla protezione sociale, per il welfare femminile, adeguato ai tempi e ai ritmi moderni delle colleghe, per coprire il lavoro discontinuo, gli eventi imprevedibili di chi non ha un contratto a tempo indeterminato. Tutto questo è necessario, tutto questo è civiltà della previdenza.
Essere forti in un contesto debole
Non illudiamoci. L’Italia non tornerà a crescere presto, e comunque difficilmente coprirà le perdite registrate nel quinquennio. Solo una categoria coesa e determinata può creare un circolo virtuoso in un tessuto economico gravemente compromesso. Il raccordo con la Fnsi nelle politiche del lavoro e del contratto resta essenziale, il confronto aperto con gli editori una risorsa per far crescere l’occupazione. Ogni stimolo alla crescita degli occupati stabili andrà percorso. Nessuna visione di contrasto tra nuove e vecchie generazioni può essere tollerata se vogliamo continuare in un percorso nato un secolo fa. Se i giornalisti in passato hanno goduto mediamente di pensioni più generose, i giovani dovranno godere di tutele maggiori nel corso della vita lavorativa. Solo una sintesi equilibrata, e lo afferma una persona di 43 anni, può salvare un impianto del tutto autonomo e autofinanziato. Dico no alle divisioni sterili: in quattro anni si è lavorato molto, democraticamente e in trasparenza.
Il Fondo di perequazione delle pensioni, che trae origine dall’ultimo accordo contrattuale grazie all’impegno congiunto di Fnsi e Inpgi, dovrà presto dotarsi di un regolamento e, raggiunta una quota sufficiente di accumulo, cominciare a distribuire risorse che contrastino in particolare l’erosione inflattiva dei trattamenti pensionistici.
Il valore di un patrimonio
La redditività del patrimonio dell’Inpgi ci ha collocati in questi anni tra i primi posti tra gli investitori istituzionali italiani, nel 2010 al primo. Lo sforzo di innovazione e diversificazione degli investimenti è stato enorme. Far rendere i nostri denari significa mantenere un sistema forte e premiante, questa sfida deve continuare nel segno della trasparenza e dell’efficienza. Il valore solidaristico del nostro comparto immobiliare va mantenuto e rafforzato coniugandolo con ritorni economici importanti per tutti gli iscritti. Gli investimenti di sviluppo a Roma (Tiburtina) e Milano (Porta Nuova) stanno fornendo riscontri molto positivi in termini di vendite. Più in generale gli investimenti in fondi immobiliari, fiscalmente efficienti, hanno voluto coniugare il rendimento con le finalità sociali (Social Housing) prevedendo che i giornalisti con redditi inferiori ai 40 mila euro possano accedere all’edilizia convenzionata attraverso una quota riservata degli appartamenti che Cassa Depositi e Prestiti andrà a realizzare su tutto il territorio nazionale.
Essere al servizio
Un Istituto sano si misura anche con la vicinanza agli iscritti. In questi anni abbiamo lavorato, e sarà necessario proseguire sulla stessa strada, ad una semplificazione normativa e burocratica forte soprattutto a favore dei colleghi della Gestione Separata. Risposte precise e tempestive, rafforzamento del sito, possibilità di lunghe rateizzazioni dei contributi, un nuovo regolamento al vaglio dei Ministeri vigilanti. I tempi di erogazione delle prestazioni, pensioni e welfare, ci collocano tra gli Enti più virtuosi, le porte della Casa comune debbono rimanere aperte, l’ascolto continuo.